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Achille Perilli – Estorick Collection of Modern Italian Art, London

Art Investment è Organization Partner della mostra

“Achille Perilli: Irrational Geometries”

all’Estorick Collection of Modern Italian Art di Londra

Dopo il grande successo della mostra al Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo, prosegue il ciclo europeo dedicato ad Achille Perilli – alfiere dell’Astrattismo italiano – con la personale IRRATIONAL GEOMETRIES allestita all’Estorick Collection of Modern Italian Art di Londra dal 2 ottobre al 10 novembre 2019.

La mostra è curata da Luca Barsi, co-curatore della mostra all’Ermitage ed è organizzata dalla Galleria Accademia di Torino in collaborazione con l’Archivio Perilli, la Casa Editrice Il Cigno GG Edizioni e Art Investment.

Il progetto espositivo, articolato e inedito, presenta un corpus di venti opere che testimoniano la complessa ricerca di Perilli sulle Insane Geometrie, un lungo percorso partito sempre dalla ricerca mentale: “E’ un’operazione che tende all’ampliamento, non alla riduzione; che sposta continuamente la ricerca del percettivo mentale rifiutando ogni minimalizzazione delle problematiche concentrate oggi nel visivo: anzi dilatandole fino ad intervenire su quegli spazi ancora ignoti tra codice e codice, coinvolgendo strutture linguistiche aliene”.

L’avventura creativa di Perilli inizia all’interno dell’acceso dibattito fra realismo e astrattismo del dopoguerra, e incomincia a definirsi teoricamente con le formulazioni del manifesto del Gruppo Forma Uno (stilato nel marzo 1947 insieme a Ugo Attardi, Carla Accardi, Pietro Consagra, Piero Dorazio, Mino Guerrini, Antonio Sanfilippo, Giulio Turcato) in cui si afferma che in arte esiste soltanto la realtà inventiva della “forma pura” che ha come mezzi di espressione il colore, il disegno, le masse plastiche e come fine l’armonia delle forme astratte oggettive. Giovanissimo, Perilli diventa uno degli esponenti più impegnati, anche dal punto di vista teorico, nella battaglia delle tendenze astratte, partecipando a tutte le principali mostre in Italia, fra cui due sale personali alla Biennale di Venezia, e all’estero.

Considerando già la geometria come aperta possibilità di sperimentazione, come ipotesi e non come certezza, la sua ricerca tra forma e spazio si struttura  facendo liberamente riferimento alla lezione delle avanguardie non figurative, e cercando in particolare di trovare una “sintesi concreta”  fra due estremi astratti, da un lato quello della forma più lirica e musicale di Kandinsky e dall’altro quello dello spazio rigido, geometrico, freddo e analitico di Mondrian.

La pittura di Perilli dunque ha sempre voluto difendere l’idea di poesia nell’ambito dell’universo astratto: sia attraverso la dedizione al colore – il quale spesso assume anche un valore letterario oltre quello spaziale – sia attraverso la passione per la scrittura che ha espresso nelle tele degli anni ’60. E proprio Il colore è diventato un’ossessione negli ultimi anni di attività di Perilli, creando struttura ed armonia ma fondamentalmente indirizzando verso nuove dimensioni, superando anche quella del tempo.

Il progetto curatoriale della mostra indaga il fondamentale nodo di tutta l’esistenza creativa e generativa di Perilli: il grande labirinto delle possibilità prospettiche riuscirà mai a trovare la soluzione? L’immagination est tout scrive l’artista.

Tra i dipinti in mostra, alcuni capolavori come Le ipotesi degli esperti del 1966, Le quattro posizioni del 1971, Lo zigzag diritto che perfora il mondo del 1979, A David rende visita Malevic del 1980, La visione geometrica (1981), La sommossa ergonomica del 1986 e Il passaggio della visione (1987).

Le opere in esposizione, circoscritte in un arco temporale di 50 anni, provengono da prestigiose collezioni pubbliche e private e in alcuni casi sono esposte per la prima volta al pubblico in occasione di questo evento che consacra ulteriormente l’artista romano tra i grandi maestri contemporanei.

CENNI BIOGRAFICI

 Allievo di Lionello Venturi e Giuseppe Ungaretti, Achille Perilli, nel 1947, firma, insieme a Accardi, Attardi, Consagra, Dorazio, Guerrini, Sanfilippo e Turcato, il Manifesto di Forma Uno.

Nel 1948 Perilli soggiorna a Parigi per un breve periodo e ha la possibilità di conoscere direttamente il dadaismo e il surrealismo nelle persone di Tristan Tzara, Anna Hoch, Hans Arp e di partecipare al fianco di Venturi al I Congresso internazionale di critica d’arte.

In una costante ricerca, guidato da curiosità e ironia, Perilli guarda sempre a nuove possibili rotte da poter navigare. “L’esperienza moderna”, rivista fondata con Novelli nel 1957, ne è un esempio, un’occasione straordinaria nella quale, oltre alle presenze tutelari di Kandinskij, Klee, Schwitters, Picabia e Gorky, sono coinvolti, fra gli altri, Arp, Ernst, Man Ray, Fontana, Capogrossi, Alechinsky, Kline, Accardi, Soulages, Sonderborg, Twombly.

Nel 1959 espone alla V Biennale di San Paolo in Brasile. Nel 1962 e nel 1968 ha una Sala Personale alla XXXI e alla XXXIV Biennale Internazionale d’Arte di Venezia. L’esperienza veneziana gli dà la possibilità di presentare due momenti cruciali del suo percorso artistico, nel 1962 la sala è completamente consacrata ai “fumetti”, mentre nel 1968 sono esposti i risultati delle sue ultime ricerche su “l’irrazionale geometrico” che, da quel momento, segnerà il suo futuro destino artistico. Fra le opere più interessanti esposte nel 1968 c’era “La source”, opera del 1967, recentemente acquisita dal Centre Pompidou.

Nel 1964 fonda, con Alfredo Giuliani, Giorgio Manganelli e Gastone Novelli, “Grammatica”, rivista della neoavanguardia artistica e letteraria, con interessi per l’editoria, la pittura, la critica e il teatro, settore, quest’ultimo, nel quale Perilli sperimenta molto coniugando la ricerca musicale più avanzata di compositori come Luigi Nono, Luciano Berio e Aldo Clementi con il teatro d’avanguardia, in spettacoli andati in scena al Teatro alla Scala di Milano (“Mutazioni”, 1965) e al Teatro dell’Opera di Roma (“Dies Irae”, 1978).

Nel 1988 la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma lo celebra con una retrospettiva a cura di Pia Vivarelli.

Dal 1995 è membro dell’Accademia Nazionale di San Luca.

Attualmente è in preparazione il Catalogo generale delle sue opere.

ESTORICK COLLECTION OF MODERN ITALIAN ART

 La Collezione Estorick riunisce alcune delle opere più significative e importanti create da artisti italiani nella prima metà del XX secolo ed è l’unico museo britannico dedicato all’arte moderna italiana.

E’ stata inaugurata a Londra nel 1998 in una casa di città georgiana restaurata appositamente. Ulteriori recenti lavori di ristrutturazione hanno aperto lo spazio dell’ingresso al piano terra, della libreria e della caffetteria, mentre anche le sei gallerie e la biblioteca d’arte sono state completamente rinnovate.

La collezione è conosciuta a livello internazionale per il suo nucleo di opere futuriste, nonché per l’arte figurativa e la scultura dal 1890 agli anni ’50.

Il programma delle mostre continua ad affrontare artisti, movimenti con progetti che approfondiscono la comprensione dell’arte e della cultura italiana.

Coordinate mostra

Titolo: 

Irrational Geometries

A cura di:

Luca Barsi

Luogo:                                              

Estorick Collection of Modern Italian Art

Ingresso:                                        

Compreso nel biglietto di ingresso al Museo

Organizzazione:                         

Galleria Accademia, Torino

In collaborazione con: 

Archivio Achille Perilli, Roma

Il Cigno GG Edizioni, Roma

Art Investment, Milano

Giuseppe Morgana

Date:                                                 

3 ottobre – 10 novembre 2019

Inaugurazione:                           

2 ottobre 2019 ore 18.00

Catalogo:

Il Cigno GG Edizioni