Investitore?

 “E’ la qualità a determinare nel tempo il valore di un artista,  ed è il mercato a piegarsi  alla storia dell’arte e non viceversa”

Avv. Giuseppe Iannaccone, fondatore della Collezione Iannaccone, Milano

Un rischio calcolato

Orientarsi nel mare magnum della produzione artistica moderna e contemporanea  è un esercizio di non facile esecuzione perché lo sviluppo esponenziale degli ultimi due secoli ha letteralmente stravolto il concetto stesso di arte: chiunque può essere artista o diventare collezionista.

Il mercato dell’arte da “elitario” è diventato “popolare” tanto che l’acquisto di beni di passione rappresenta, ormai da molto tempo, una soluzione d’investimento che consente di diversificare ulteriormente il proprio patrimonio.

L’amore e la sensibilità per l’arte sono tra i principali motivi che inducono all’acquisto, ma per rendere l’arte uno strumento reale di diversificazione del proprio patrimonio è di fondamentale importanza un’appropriata competenza affinché l’investimento produca nel tempo dei rendimenti.

Rispetto ad altri settori infatti, il “prodotto” in cui si investe non è omogeneo, la singola opera d’arte è un unicum e come tale ha un mercato assai diverso rispetto a quello azionario. Le distinzioni riguardano non solo le correnti e gli stili artistici, le epoche, le scuole e le differenti aree geografiche, ma sono riscontrabili anche all’interno della produzione di un singolo artista nell’arco della sua vita.

Spesso le collezioni sono roboanti nei nomi ma non altrettanto nelle specificità, per cui la stella polare nella costruzione di una collezione deve essere la qualità, che assicura sempre l’effettivo valore dell’opera e che consente quindi di scegliere solo tra i capolavori di un artista.