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Achille Perilli presentazione del Catalogo Generale dei dipinti e delle sculture

 

Mercoledì 18 dicembre alle 18.30 alla Galleria Accademia di Torino sarà presentato al pubblico il Catalogo generale dei dipinti e delle sculture di Achille Perilli, a cura di Giuseppe Appella.

Il catalogo, edito da Silvana Editoriale in due poderosi tomi, è il risultato di intensi anni di attività dell’Archivio – coordinato da Nadja Perilli, storica dell’arte e figlia dell’Artista – che ha analizzato e autenticato la produzione artistica dal 1945, anno in cui inizia l’avventura creativa di Perilli all’interno dell’acceso dibattito fra realismo e astrattismo, fino al 2016.

L’analisi si è focalizzata non solo sull’enorme mole di carteggi di proprietà dell’artista – che ha sviluppato un’intensa attività di teorico del proprio lavoro, spaziando in più ambiti espressivi – ma anche sulla documentazione (custodita in biblioteche e collezioni pubbliche e private di tutto il mondo), sulla corrispondenza e sulle fotografie d’epoca.

Attraverso un corpus monumentale di 4800 immagini distribuite in 920 pagine, pubblicate anche nella versione in inglese, il catalogo rappresenta uno strumento prezioso e imprescindibile per lo studio dell’opera omnia dell’artista, alfiere dell’astrattismo italiano e tra i firmatari del manifesto del Gruppo Forma Uno (stilato nel marzo 1947 insieme a Ugo Attardi, Carla Accardi, Pietro Consagra, Piero Dorazio, Mino Guerrini, Antonio Sanfilippo, Giulio Turcato).

Nell’elegante location della Galleria Accademia di Torino, oltre a Nadja Perilli, interverranno il prof. Francesco Poli, storico dell’arte e docente universitario di fama internazionale, il prof. Paolo Turati, economista e saggista e Luca Barsi, direttore della Galleria Accademia e curatore delle recenti grandi retrospettive internazionali dedicate a Perilli al Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo e alla Estorick Collection of Modern Italian Art di Londra.

Dal testo di presentazione di Giuseppe Appella:

“Come il dadaismo gli aveva insegnato, Achille Perilli, in settant’anni di lavoro, costruisce un proprio universo analizzando, in continuum, “l’esigenza di una materia complessa, di un segno più comunicante” da riproporre come codici pittorici e strumenti di conoscenza.

Di decennio in decennio, la luce apre varchi tra le tenebre dell’ignoto per una originale riflessione sullo spazio e una precisa immagine del mondo che verrà, a partire dalla trasformazione degli ordinamenti interni all’arte e alla scelta di una struttura lineare che denota il colore di un qualcosa di diverso che non sia il ricordo cromatico futurista e dia evidenza scenica alle scorrerie della fantasia, al multiculturalismo, al dialogo con le correnti artistiche proiettate nel futuro.

Il disegno, sua prima intuizione divenuta dal 1951 grammatica delle idee e dispositivo di analisi, costituisce il lento avvicinamento alla forma primaria che genera una nuova architettura dove percezione e visione predispongono una vera metamorfosi degli innesti e dei sistemi di corpi geometrici in equilibrio nell’universo.

In Perilli, tutto è materia di uno spettacolo esclusivo, anche le tavole degli alfabeti, il collage, la scultura, la performance, l’happening, l’installazione, la sperimentazione dell’incisione e il linguaggio della stampa, con quella unitarietà capace di trovare una base comune per ampliare l’originale comunicazione”.

L’universo pittorico e la “classica contemporaneità” di Perilli sono mirabilmente chiarite dal prof. Francesco Poli:

“Achille  Perilli  ha  vissuto  in  prima  linea,  da  protagonista,  varie  fasi  cruciali  dell’arte  italiana  e internazionale, dal secondo dopoguerra agli anni ‘80, continuando imperterrito la sua avventura creativa  fino  ad  oggi  con  straordinaria  coerenza  creativa  e  lucidità  intellettuale.  La  sua  opera risulta tuttora  di  sorprendente vitalità estetica, con un valore  che  va  oltre  la  necessaria lettura critica legata al processo di storicizzazione.

In altre parole se, come ovvio, l’apprezzamento per Perilli  nasce  dal  fatto  che  ci  troviamo  davanti  a  un  maestro  riconosciuto,  a  un  artista  ormai inossidabile (in quanto “classico del contemporaneo”) all’usura delle oscillazioni del gusto e delle mode, mi pare anche significativo sottolineare l’attualità della sua pittura nella misura in cui riesce ancora  a  innescare  stimoli  sorprendenti  da  nuove  angolature  di  visione  e  interpretazione.

Per esempio, l’originalità delle sue proliferanti e immaginifiche strutture di spazi virtuali asimmetrici a  “geometria  variabile”,  può  stimolare  l’attenzione  (in  particolare  dei  più  giovani)  anche attraverso un confronto con la dimensione strettamente contemporanea di certe configurazioni spaziali, geometriche e cromatiche generate digitalmente da software grafici in modi più o meno sofisticati, comprese quelle in 3D. (…)

Il problema di fondo che ha sempre appassionato e anche ossessionato l’artista è quello  di  indagare  e  riflettere  sul  senso  profondo  della  percezione  della  realtà,  attraverso  un linguaggio astratto caratterizzato dall’analisi e dalla continua messa in discussione delle strutture geometriche  dominanti  con  cui  la  nostra  cultura  visiva  ha  sempre  cercato  di  inquadrare  e razionalizzare lo spazio della visione. E questo, in particolare, a partire dalla critica della gabbia prospettica  di  matrice  rinascimentale  (che  come  ci  ha  insegnato  Panowsky  è  una forma  simbolica).

Per lui si tratta di una concezione dello spazio strettamente connessa a una specifica rappresentazione  del  mondo  che  si  è  imposta  come  oggettiva,  ma  che  è  invece  una  forma eminentemente  repressiva,  espressione  dell’ideologia  dominante. (…)

In questo senso, sviluppando le istanze  più  radicali  delle  avanguardie  storiche,  in  particolare  quelle  suprematiste  di  Kazimir Malevič  e  le  teorie  del  segno  autogenerativo  di  Paul  Klee,  la  sua  ricerca  artistica,  in  stretta connessione con una riflessione politica e sociologica più generale, ha preso la strada, affascinante e  utopica,  della  decostruzione  e  trasformazione  dello  spazio  razionale  astratto  come  luogo omogeneo  (e  omologato)  per  delineare  nuovi  orizzonti  multipli,  contraddittori,  ambigui, policentrici, labirintici, aperti a una molteplicità di configurazioni geometriche in continua  connessione-contrapposizione dialettica fra loro.

Sono moduli espressivi che non si esauriscono nello spazio di un solo lavoro ma che si dilatano a tutta la serie di quadri. In un certo senso si possono  definire  queste  costruzioni  di  spazi  immaginari,  che  sfidano  l’ortodossia  della prospettiva,  come  dispositivi  pittorici  attivati  dall’energia  di  “geometrie  eretiche”.

Cenni biografici

Allievo di Lionello Venturi e Giuseppe Ungaretti, Achille Perilli, nel 1947, firma, insieme a Accardi, Attardi, Consagra, Dorazio, Guerrini, Sanfilippo e Turcato, il Manifesto di Forma Uno.

Nel 1948 Perilli soggiorna a Parigi per un breve periodo e ha la possibilità di conoscere direttamente il dadaismo e il surrealismo nelle persone di Tristan Tzara, Anna Hoch, Hans Arp e di partecipare al fianco di Venturi al I Congresso internazionale di critica d’arte.

In una costante ricerca, guidato da curiosità e ironia, Perilli guarda sempre a nuove possibili rotte da poter navigare. “L’esperienza moderna”, rivista fondata con Novelli nel 1957, ne è un esempio, un’occasione straordinaria nella quale, oltre alle presenze tutelari di Kandinskij, Klee, Schwitters, Picabia e Gorky, sono coinvolti, fra gli altri, Arp, Ernst, Man Ray, Fontana, Capogrossi, Alechinsky, Kline, Accardi, Soulages, Sonderborg, Twombly.

Nel 1959 espone alla V Biennale di San Paolo in Brasile. Nel 1962 e nel 1968 ha una Sala Personale alla XXXI e alla XXXIV Biennale Internazionale d’Arte di Venezia. L’esperienza veneziana gli dà la possibilità di presentare due momenti cruciali del suo percorso artistico, nel 1962 la sala è completamente consacrata ai “fumetti”, mentre nel 1968 sono esposti i risultati delle sue ultime ricerche su “l’irrazionale geometrico” che, da quel momento, segnerà il suo futuro destino artistico. Fra le opere più interessanti esposte nel 1968 c’era “La source”, opera del 1967, recentemente acquisita dal Centre Pompidou.

Nel 1964 fonda, con Alfredo Giuliani, Giorgio Manganelli e Gastone Novelli, “Grammatica”, rivista della neoavanguardia artistica e letteraria, con interessi per l’editoria, la pittura, la critica e il teatro, settore, quest’ultimo, nel quale Perilli sperimenta molto coniugando la ricerca musicale più avanzata di compositori come Luigi Nono, Luciano Berio e Aldo Clementi con il teatro d’avanguardia, in spettacoli andati in scena al Teatro alla Scala di Milano (“Mutazioni”, 1965) e al Teatro dell’Opera di Roma (“Dies Irae”, 1978).

Nel 1988 la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma lo celebra con una retrospettiva a cura di Pia Vivarelli.

Dal 1995 è membro dell’Accademia Nazionale di San Luca.

Negli anni 2000 è protagonista di mostre personali e collettive in tutto il mondo, tra le quali le recenti antologiche al Museo Hermitage di San Pietroburgo e alla Estorick Collection of Modern Italian Art di Londra.

Nel 2019 viene pubblicato il Catalogo Generale dei dipinti e delle sculture.

Scheda tecnica:

Evento: Presentazione Catalogo Generale di Achille Perilli

Interventi: Prof. Francesco Poli; D.ssa Nadja Perilli, Prof. Paolo Turati, Dott. Luca Barsi

Luogo: Galleria Accademia, Via dell’Accademia Albertina 3, Torino

Data: 18 dicembre 2019 ore 18.30

Ingresso: su invito

Organizzazione: Galleria Accademia, Torino – Archivio Achille Perilli, Roma

In collaborazione con: Art Investment, Milano – Giuseppe Morgana

Catalogo: Silvana Editoriale

Info: Galleria Accademia –  011 885408 –  info@galleriaaccademiatorino.it

Web: www.galleriaaccademiatorino.it  –  www.achilleperilli.com

Scheda tecnica del Catalogo Generale dei dipinti e delle sculture di Achille Perilli:

Autore: Giuseppe Appella

Rilegatura: 2 cartonati con cofanetto

Dimensioni: 26,4 x 31 cm

Pagine: 920

Illustrazioni: 4800

Lingua: Italiano – Inglese

Anno: 2019

ISBN: 9788836639465

Prezzo al pubblico: € 400,00

Achille Perilli – Estorick Collection of Modern Italian Art, London

Art Investment è Organization Partner della mostra

“Achille Perilli: Irrational Geometries”

all’Estorick Collection of Modern Italian Art di Londra

Dopo il grande successo della mostra al Museo dell’Ermitage di San Pietroburgo, prosegue il ciclo europeo dedicato ad Achille Perilli – alfiere dell’Astrattismo italiano – con la personale IRRATIONAL GEOMETRIES allestita all’Estorick Collection of Modern Italian Art di Londra dal 2 ottobre al 10 novembre 2019.

La mostra è curata da Luca Barsi, co-curatore della mostra all’Ermitage ed è organizzata dalla Galleria Accademia di Torino in collaborazione con l’Archivio Perilli, la Casa Editrice Il Cigno GG Edizioni e Art Investment.

Il progetto espositivo, articolato e inedito, presenta un corpus di venti opere che testimoniano la complessa ricerca di Perilli sulle Insane Geometrie, un lungo percorso partito sempre dalla ricerca mentale: “E’ un’operazione che tende all’ampliamento, non alla riduzione; che sposta continuamente la ricerca del percettivo mentale rifiutando ogni minimalizzazione delle problematiche concentrate oggi nel visivo: anzi dilatandole fino ad intervenire su quegli spazi ancora ignoti tra codice e codice, coinvolgendo strutture linguistiche aliene”.

L’avventura creativa di Perilli inizia all’interno dell’acceso dibattito fra realismo e astrattismo del dopoguerra, e incomincia a definirsi teoricamente con le formulazioni del manifesto del Gruppo Forma Uno (stilato nel marzo 1947 insieme a Ugo Attardi, Carla Accardi, Pietro Consagra, Piero Dorazio, Mino Guerrini, Antonio Sanfilippo, Giulio Turcato) in cui si afferma che in arte esiste soltanto la realtà inventiva della “forma pura” che ha come mezzi di espressione il colore, il disegno, le masse plastiche e come fine l’armonia delle forme astratte oggettive. Giovanissimo, Perilli diventa uno degli esponenti più impegnati, anche dal punto di vista teorico, nella battaglia delle tendenze astratte, partecipando a tutte le principali mostre in Italia, fra cui due sale personali alla Biennale di Venezia, e all’estero.

Considerando già la geometria come aperta possibilità di sperimentazione, come ipotesi e non come certezza, la sua ricerca tra forma e spazio si struttura  facendo liberamente riferimento alla lezione delle avanguardie non figurative, e cercando in particolare di trovare una “sintesi concreta”  fra due estremi astratti, da un lato quello della forma più lirica e musicale di Kandinsky e dall’altro quello dello spazio rigido, geometrico, freddo e analitico di Mondrian.

La pittura di Perilli dunque ha sempre voluto difendere l’idea di poesia nell’ambito dell’universo astratto: sia attraverso la dedizione al colore – il quale spesso assume anche un valore letterario oltre quello spaziale – sia attraverso la passione per la scrittura che ha espresso nelle tele degli anni ’60. E proprio Il colore è diventato un’ossessione negli ultimi anni di attività di Perilli, creando struttura ed armonia ma fondamentalmente indirizzando verso nuove dimensioni, superando anche quella del tempo.

Il progetto curatoriale della mostra indaga il fondamentale nodo di tutta l’esistenza creativa e generativa di Perilli: il grande labirinto delle possibilità prospettiche riuscirà mai a trovare la soluzione? L’immagination est tout scrive l’artista.

Tra i dipinti in mostra, alcuni capolavori come Le ipotesi degli esperti del 1966, Le quattro posizioni del 1971, Lo zigzag diritto che perfora il mondo del 1979, A David rende visita Malevic del 1980, La visione geometrica (1981), La sommossa ergonomica del 1986 e Il passaggio della visione (1987).

Le opere in esposizione, circoscritte in un arco temporale di 50 anni, provengono da prestigiose collezioni pubbliche e private e in alcuni casi sono esposte per la prima volta al pubblico in occasione di questo evento che consacra ulteriormente l’artista romano tra i grandi maestri contemporanei.

CENNI BIOGRAFICI

 Allievo di Lionello Venturi e Giuseppe Ungaretti, Achille Perilli, nel 1947, firma, insieme a Accardi, Attardi, Consagra, Dorazio, Guerrini, Sanfilippo e Turcato, il Manifesto di Forma Uno.

Nel 1948 Perilli soggiorna a Parigi per un breve periodo e ha la possibilità di conoscere direttamente il dadaismo e il surrealismo nelle persone di Tristan Tzara, Anna Hoch, Hans Arp e di partecipare al fianco di Venturi al I Congresso internazionale di critica d’arte.

In una costante ricerca, guidato da curiosità e ironia, Perilli guarda sempre a nuove possibili rotte da poter navigare. “L’esperienza moderna”, rivista fondata con Novelli nel 1957, ne è un esempio, un’occasione straordinaria nella quale, oltre alle presenze tutelari di Kandinskij, Klee, Schwitters, Picabia e Gorky, sono coinvolti, fra gli altri, Arp, Ernst, Man Ray, Fontana, Capogrossi, Alechinsky, Kline, Accardi, Soulages, Sonderborg, Twombly.

Nel 1959 espone alla V Biennale di San Paolo in Brasile. Nel 1962 e nel 1968 ha una Sala Personale alla XXXI e alla XXXIV Biennale Internazionale d’Arte di Venezia. L’esperienza veneziana gli dà la possibilità di presentare due momenti cruciali del suo percorso artistico, nel 1962 la sala è completamente consacrata ai “fumetti”, mentre nel 1968 sono esposti i risultati delle sue ultime ricerche su “l’irrazionale geometrico” che, da quel momento, segnerà il suo futuro destino artistico. Fra le opere più interessanti esposte nel 1968 c’era “La source”, opera del 1967, recentemente acquisita dal Centre Pompidou.

Nel 1964 fonda, con Alfredo Giuliani, Giorgio Manganelli e Gastone Novelli, “Grammatica”, rivista della neoavanguardia artistica e letteraria, con interessi per l’editoria, la pittura, la critica e il teatro, settore, quest’ultimo, nel quale Perilli sperimenta molto coniugando la ricerca musicale più avanzata di compositori come Luigi Nono, Luciano Berio e Aldo Clementi con il teatro d’avanguardia, in spettacoli andati in scena al Teatro alla Scala di Milano (“Mutazioni”, 1965) e al Teatro dell’Opera di Roma (“Dies Irae”, 1978).

Nel 1988 la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma lo celebra con una retrospettiva a cura di Pia Vivarelli.

Dal 1995 è membro dell’Accademia Nazionale di San Luca.

Attualmente è in preparazione il Catalogo generale delle sue opere.

ESTORICK COLLECTION OF MODERN ITALIAN ART

 La Collezione Estorick riunisce alcune delle opere più significative e importanti create da artisti italiani nella prima metà del XX secolo ed è l’unico museo britannico dedicato all’arte moderna italiana.

E’ stata inaugurata a Londra nel 1998 in una casa di città georgiana restaurata appositamente. Ulteriori recenti lavori di ristrutturazione hanno aperto lo spazio dell’ingresso al piano terra, della libreria e della caffetteria, mentre anche le sei gallerie e la biblioteca d’arte sono state completamente rinnovate.

La collezione è conosciuta a livello internazionale per il suo nucleo di opere futuriste, nonché per l’arte figurativa e la scultura dal 1890 agli anni ’50.

Il programma delle mostre continua ad affrontare artisti, movimenti con progetti che approfondiscono la comprensione dell’arte e della cultura italiana.

Coordinate mostra

Titolo: 

Irrational Geometries

A cura di:

Luca Barsi

Luogo:                                              

Estorick Collection of Modern Italian Art

Ingresso:                                        

Compreso nel biglietto di ingresso al Museo

Organizzazione:                         

Galleria Accademia, Torino

In collaborazione con: 

Archivio Achille Perilli, Roma

Il Cigno GG Edizioni, Roma

Art Investment, Milano

Giuseppe Morgana

Date:                                                 

3 ottobre – 10 novembre 2019

Inaugurazione:                           

2 ottobre 2019 ore 18.00

Catalogo:

Il Cigno GG Edizioni

 

Achille Perilli – Hermitage Museum, St. Petersburg

 

Art Investment è Organization Partner nella grande retrospettiva su Achille Perilli a cura di Dimitri Ozerkov e Luca Barsi all’Hermitage Museum di San Pietroburgo.

Il 18 dicembre si inaugura “Abstract Art in Italy. Achille Perilli” l’esposizione con cui il Museo Hermitage di San Pietroburgo rende onore all’ultimo grande maestro vivente dell’astrattismo italiano.

La mostra, realizzata con il patrocinio del Consolato Generale di San Pietroburgo e di Ermitage Italia, è organizzata in collaborazione con l’Archivio Perilli e il Centro Studi dell’Opera di Umberto Mastroianni ed è a cura di Dimitri Ozerkov (direttore del Dipartimento di Arte Contemporanea del Museo Hermitage) e Luca Barsi (direttore della Galleria Accademia di Torino e già curatore di altre prestigiose mostre internazionali).

Le opere in mostra provengono da prestigiose collezioni pubbliche e private e ripercorrono l’excursus  creativo dell’artista, tra i protagonisti indiscussi della scena artistica italiana e internazionale del secondo dopoguerra.

Già nel 1942  Perilli ha iniziato a sperimentare colori e forme con l’amico Piero Dorazio e tutta la sua carriera è stata caratterizzata da una continua ricerca esperenziale, esaltante già nel 1947 con Forma 1 e culminata nella Teoria dell’Irrazionale Geometrico pubblicata nel 1982.

Il percorso espositivo, articolato nelle sale nobili di quello che è stato definito il museo più bello del mondo,  presenta varie sezioni che scandiscono per decenni l’attività artistica di Perilli.

Tra le opere selezionate dai curatori, con la supervisione dell’artista stesso, spiccano per importanza e intensità alcune opere storiche come Paesaggio astratto del 1947 (realizzato dopo il viaggio a Praga  ed esposto alla Galleria Art Club nella prima mostra del Gruppo Forma 1),   Grande spazio sincreto del 1951,  Il profeta  del 1956 e le grandi tele degli anni ’80 come La visione geometrica e Dialectique du hazard.

Nel catalogo della mostra – edito da Il Cigno Edizioni –  scrive il co-curatore Dimitri Ozerkov: “Il progetto Arte astratta in Italia nel Palazzo dello Stato Maggiore del Museo dell’Ermitage  presenta una retrospettiva dell’artista contemporaneo Achille Perilli (1927). Il lavoro di un artista contemporaneo, secondo Perilli, consiste nel trasferire figure  nello spazio. Dietro questa attività apparentemente banale, si basa la teorizzazione puntuale del concetto di arte di Perilli stesso. Realizza tele sui grandi temi della seconda metà del XX secolo relativi a spazio e tempo, Occidente e Oriente, razionale e intuitivo, esterno ed interno, naturale e simbolico, narrativo e formulato, strutturale e decorativo, quotidiano e metafisico, funzionale e archetipico. Nell’arte del XX secolo, traboccante di spiegazioni complesse, l’ultima parola spetta sempre alla fantasia umana. Questo è ciò che guida l’arte. Secondo Perilli, in qualsiasi struttura molto rigida, solo la fantasia umana troverà passaggi sotterranei che possono superare il più rigido controllo formale”.

Nello stesso catalogo, dichiara il professor Francesco Poli: “Il grande Maestro romano ha vissuto in prima linea, da protagonista, varie fasi cruciali dell’arte italiana e internazionale  dal secondo dopoguerra agli anni ‘80, continuando imperterrito la sua avventura creativa fino ad oggi con straordinaria coerenza e lucidità intellettuale. La sua opera risulta tuttora di sorprendente vitalità estetica, con un valore che va oltre la necessaria lettura critica legata al processo di storicizzazione. In altre parole se, come ovvio, l’apprezzamento per Perilli nasce dal fatto che ci troviamo davanti a un maestro riconosciuto, a un artista ormai inossidabile (in quanto “classico del contemporaneo”) all’usura delle oscillazioni del gusto e delle mode, mi pare anche significativo sottolineare l’attualità della sua pittura nella misura in cui riesce ancora a innescare stimoli sorprendenti da nuove angolature di visione e interpretazione”.

Cenni biografici

Allievo di Lionello Venturi e Giuseppe Ungaretti, Achille Perilli, nel 1947, firma, insieme a Accardi, Attardi, Consagra, Dorazio, Guerrini, Sanfilippo e Turcato, il Manifesto di Forma Uno.

Nel 1948 Perilli soggiorna a Parigi per un breve periodo e ha la possibilità di conoscere direttamente il dadaismo e il surrealismo nelle persone di Tristan Tzara, Anna Hoch, Hans Arp e di partecipare al fianco di Venturi al I Congresso internazionale di critica d’arte.

In una costante ricerca, guidato da curiosità e ironia, Perilli guarda sempre a nuove possibili rotte da poter navigare. “L’esperienza moderna”, rivista fondata con Novelli nel 1957, ne è un esempio, un’occasione straordinaria nella quale, oltre alle presenze tutelari di Kandinskij, Klee, Schwitters, Picabia e Gorky, sono coinvolti, fra gli altri, Arp, Ernst, Man Ray, Fontana, Capogrossi, Alechinsky, Kline, Accardi, Soulages, Sonderborg, Twombly.

Nel 1959 espone alla V Biennale di San Paolo in Brasile. Nel 1962 e nel 1968 ha una Sala Personale alla XXXI e alla XXXIV Biennale Internazionale d’Arte di Venezia L’esperienza veneziana gli dà la possibilità di presentare due momenti cruciali del suo percorso artistico. Nel 1962 la sala è completamente consacrata ai “fumetti” mentre nel 1968 sono esposti i risultati delle sue ultime ricerche su “l’irrazionale geometrico” che, da quel momento, segnerà il suo futuro destino artistico. Fra le opere più interessanti esposte nel 1968 c’era “La source”, opera del 1967, recentemente acquisita dal Centre Pompidou.

Nel 1964 fonda, con Alfredo Giuliani, Giorgio Manganelli e Gastone Novelli, “Grammatica”, rivista della neoavanguardia artistica e letteraria, con interessi per l’editoria, la pittura, la critica e il teatro, settore, quest’ultimo, nel quale Perilli sperimenta molto coniugando la ricerca musicale più avanzata di compositori come Luigi Nono, Luciano Berio e Aldo Clementi con il teatro d’avanguardia, in spettacoli andati in scena al Teatro alla Scala di Milano (“Mutazioni”, 1965) e al Teatro dell’Opera di Roma (“Dies Irae”, 1978).

Nel 1988 la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma lo celebra con una retrospettiva, a cura di Pia Vivarelli.

Negli anni 2000 Perilli continua a lavorare e ad esporre in numerose mostre collettive e personali oltre ad essere presente in importanti collezioni pubbliche e private.

Dal 1995 è membro dell’Accademia Nazionale di San Luca.

Attualmente, è in preparazione il Catalogo generale della pittura e della scultura, a cura di Giuseppe Appella, Silvana Editoriale Milano.

OPERE IN MOSTRA

Tra i dipinti in mostra, alcuni capolavori in olio su tela del 1947 come “Finestra paesaggio”, “Paesaggio astratto”, “Il ponte”, ed alcune opere realizzate con tecnica mista come “Grande spazio sincreto” (1951) e “Pollice di spazio” (1951). Tra le opere in olio, anche “Il piccolo mondo” (1953), “Il profeta” (1956), e un’opera realizzata in olio e tecnica mista su tela insieme: “L’anno del sole quieto”  (1962).

Tra le opere più recenti, alcuni quadri ad olio del 2011: “Il dramm0 acuto” (cm 200 x 200, 2011) e “Il teatro dell’arsura” (cm 200 x 200, 2011).

Tra le creazioni in tecnica mista su tela sono in mostra  “Io no” (1954), “Testo apocrifo” (1958), “Il concetto di libertà” (1959), “Manoscritto per Carla” (1962), “Geografia”(1965), “Camminare sulla luna” (1965), “La doppia dimensione” (1965), “Il ratto d’Europa” (1967), “L’allucinazione retorica” (1968), “Diable de dios” (1969), “Locus solus” (1970), “I problemi in sospeso” (1970), “Le quattro posizioni” (1971), “Lo zigzag diritto che perfora il mondo” (1979), “La visione geometrica” (1981), “Dialectique du hazard” (1982), “Dedans de hors” (1983), “Il solare” (1983), “La sommossa ergonomica” (1986), “Amour bel oiseau” (1992), “La sinuosa carne” (1996).

Coordinate mostra

Titolo: Abstract Art in Italy. Achille Perilli

A cura di: Dimitri Ozerkov e Luca Barsi
Luogo: Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo
Ingresso: Compreso nel biglietto di ingresso al Museo Ermitage

Date: 19 dicembre 2018 – 3 febbraio 2019
Inaugurazione: 18 dicembre 2018, ore 14.00

Organizzazione: Museo Statale Ermitage

In collaborazione con:

Centro Studi dell’Opera di Umberto Mastroianni
Galleria Accademia, Torino
Archivio Achille Perilli, Roma
Il Cigno GG Edizioni, Roma
Art Investment, Milano
Giuseppe Morgana

Con il patrocinio di:

Consolato Generale di San Pietroburgo
Ermitage Italia

Catalogo:

Il Cigno GG Edizioni

Ufficio Stampa:

SPAINI & PARTNERS www.spaini.it

Comunicazione Online:

Frattura Scomposta Contemporary Art Magazine www.fratturascomposta.it